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25 Giugno 2021

Gli scenari energetici globali

La Germania ha speso centinaia di miliardi di euro negli ultimi due decenni per promuovere fonti di energia rinnovabili. Questo enorme investimento sta avendo ora un impatto inaspettato: i consumatori sono effettivamente pagati per usare l’energia occasionalmente. Solo nei primi dieci mesi del 2020 in Germania le centrali fotovoltaiche hanno già generato più energia elettrica che in qualunque anno precedente. Si prevede inoltre di raggiungere il 100% di energia rinnovabile entro il 2050 ma già da quest’anno le centrali energetiche a carbone sono state in parte dismesse oppure riconvertite.

Il Governo e le turbine eoliche danesi già in alcuni punti generano più elettricità di quella consumata dal Paese, esportando l’eccedenza in Germania, Norvegia e Svezia.

Il Regno Unito si è reso conto che si sta per chiudere l’era del carbone. Durante i due mesi di “lockdown” imposti dalla recente pandemia infatti, non ha bruciato un singolo pezzo del fossile nero per alimentare la propria rete elettrica nazionale ed il Governo ha deciso di investire massicciamente sull’eolico offshore.

La Cina continua a progredire nello sviluppo delle energie rinnovabili nell’ambito della sua transizione verso un’economia industriale a basse emissioni di carbonio. La vera spinta al “cambiamento verde” è dovuta in primis agli urgenti e gravissimi problemi di inquinamento che soffocano l’aria, l’acqua e il terreno cinesi ed un secondo stimolo è rappresentato dal problema della sicurezza energetica, in quanto da primo Paese importatore di carbon fossile, la dipendenza commerciale rappresenta un rischio per il mantenimento dell’equilibrio geopolitico globale.

In Italia l’energia verde cresce ma non abbastanza. Le potenziali sorgenti di energia rinnovabile sono numerose e di ogni tipo ma le grandi aziende energetiche non vogliono investire in nuovi impianti in Italia perché spaventate dai processi autorizzativi lunghissimi (5 anni in media) e dalle opposizioni di ogni genere: dai comitati di cittadini ed enti locali che non vogliono gli impianti (la sindrome ‘nimby’, ‘not in my backyard’) alle sovrintendenze del Ministero dei Beni Culturali che bloccano i progetti sostenendo che deturpano il paesaggio. Per questi motivi, di mese in mese, le aste del Gestore dei servizi energetici per assegnare incentivi a centrali elettriche rinnovabili sono sempre più deserte.

Si ritiene opportuno, quindi, combinare l’offerta di energia e la domanda di consumo per favorire una transizione energetica rapida ed efficace attraverso un maggiore coinvolgimento di cittadini, delle attività commerciali e delle imprese del territorio, in un’ottica di autoconsumo e collaborazione.

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